mercoledì 31 dicembre 2014

Framura e il giro del monte Serro

Tecnicamente non saprei come descrivere questo giro, ma a me piace da matti.
E' necessaria una mountain bike, una front và benissimo e buone gambe.
Distanza 24 km di cui 12 sulla pista ciclabile Levanto Bonassola Framura.
Dislivello 738 m.
La maggior parte del percorso è in strada asfaltata, circa 4 km in sterrato e due in single trek.
Poi nella parte finale in discesa si può percorrere la "creuza" che attraversa i piccoli borghi che costituiscono il comune di Framura.

Maggiori informazioni sul percorso  quì
Partiamo da Levanto e prendiamo la pista ciclabile, al termine giunti a Framura, scendiamo con l'ascensore al piccolo porticciolo e risaliamo sulla strada.

porticciolo di Framura in estate


Da qui comincia la salita, la strada asfaltata si inerpica in un tipico paesaggio ligure, l'olivo e la vite si alternano in un perfetto equilibrio, un anziano signore intento a potare alcune piante ci saluta e ci incoraggia rigorosamente in dialetto, il mare è una presenza fissa, passiamo i piccoli borghi di Anzo e Setta.

 
Framura Anzo

Abbandoniamo la strada principale e giriamo a sinistra verso il monte Serro, dopo una ripida salita prendiamo lo sterrato sinistra. 
Questa è la parte che più ci piace, finalmente le ruote larghe della nostra bici, che tanto ci hanno fatto faticare in salita adesso tornano molto utili.
La prospettiva adesso cambia, non più mare aperto ma ammiriamo parte della Riviera di Levante.
Alla nostra sinistra il Salto della Lepre e Punta Mesco.

panorama salendo sul Monte Serro

Dopo poche centinaia di metri lasciamo il percorso principale per una breve deviazione sino all'ex orto botanico ora punto panoramico attrezzato con tavoli da picnic.
Allunghiamo di un paio di centinaia di metri  ma ne vale assolutamente la pena, qui la vista è magnifica e non di rado si incontrano piccoli gruppi di capre selvatiche.

Punto panoramico

Vista mozzafiato
Ritorniamo sui nostri passi e riprendiamo la via  principale, dopo poche pedalate intorno a noi solo il blu del mare e il verde del bosco,

Verde e Blu

la strada sterrata, in buone condizioni,  sale con brevi strappi sino ad arrivare a vedere Deiva Marina.
La salita è finita, si prende fiato, si mangia, si beve e si ammira il paesaggio - che non è niente male.
- una parte di Riviera ligure di Levante - sotto di noi Deiva Marina poi Punta Manara, Punta Portofino e in fondo la Riviera di Ponente.
In giorni particolarmente limpidi si vedono le navi di fronte al porto di Genova.


Deiva Marina e la Riviera di Levante

Inizia  il sentiero, 2 km circa di single trek in mezzo a pini, lecci e castagni, una divertente serie di su e giù con alcuni passaggi tecnici.


nel bosco

Arriviamo a  Costa, la piu alta delle frazioni di Framura.
Framura Costa

A questo punto abbiamo due possibilità, possiamo scendere  prendendo la strada asfaltata che in 3 km e pochi minuti  ci porta sul mare oppure possiamo prendere la "creuza" che collega i borghi di Framura.
La seconda opzione è senz'altro più interessante e anche impegnativa
La creuza.... il viottolo non è molto ripido ma ci sono moltissimi gradini, in alcuni punti è consigliabile scendere e spingere la bici.
A Setta, sede del municipio, si può prendere un caffè nella minuscola piazzetta e Anzo è una piccola gemma.


Framura Costa Torre Carolingia

Da Anzo prendiamo la strada carrabile per scendere al porticciolo e risalire sulla pista ciclabile per tornare a Levanto.
Scrivetemi se volete la traccia gps










 

martedì 1 luglio 2014

la mia prima SenSuoSa


Lavaggiorosso


Levanto 25 giugno 2013

SENTIERI - SUONI - SAPORI

Nel mio ultimo post scrissi che ancora non sapevamo esattamente cosa fosse.
Con gli amici del Consorzio Occhio Blu 
Dopo la prima edizione le idee non sono molto più chiare ma di una cosa siamo certi, una gran bella esperienza, non solo per gli ospiti provenienti da tutte le parti del mondo, ma anche per noi che troppo spesso non abbiamo il tempo e la pazienza per conoscere meglio il nostro territorio.
L'evento è organizzato dal Consorzio di promozione turistica Occhio Blu e sul sito Visitlevanto potete trovare tutte le informazione delle prossime edizioni
Purtroppo non ho partecipato alla passeggiata, ma sono sicuro che il Prof. Aldo l'ha resa molto interessante.
Al mio arrivo il Gruppo Vocale Musicanova di Levanto ha già iniziato il suo spettacolo.

Gruppo Vocale Musicanova

Il repertorio attinge da l'intera  tradizione di canto popolare nazionale e locale.
Passiamo dalle ninne nanne levantesi ai canti dei pastori abbruzzesi, alla resistenza, sino ai balli più popolari.
Dopo trenta minuti di canto ci avviamo alla cantina di Beppe per un bicchiere di vino, questa è una tappa obbligatoria per chi si trovi nei paraggi.

la cantina di Beppe

Torniamo in piazza e finalmente si mangia.
L'atmosfera è rilassata ed amichevole, qualche abitante di Lavaggiorosso offre il vino di propria produzione ed inizia un improbabile colloquio tra dialetto levantese e liingua americana.


cucina d'autore


I nostri cuochi come al solito si sono superati preparando trofie al pesto e calamarata.
Bruciatella e passito per finire.
Alle 22.30 comodo rientro in pulmino.

mercoledì 9 aprile 2014

Alta Via delle Cinque Terre in mountain bike

Foce del Termine - Riomaggiore

Km. 20,50
Aumento di quota 521 m.
Perdita di quota 1014 m.

Tempo : quattro ore circa.
All Mountain facile.




Questo è' il classico percorso "all mountain",  incontri un po' di tutto.

Strade sterrate, single trek, salite mozzafiato e discese tecniche e divertenti;  in un paio di occasioni tocca spingere

Arriviamo comodamente al Termine, con macchina e carrello ...eh eh eh ci siamo attrezzati, e ci inoltriamo immediatamente nel bosco.
Erica, lecci, pini,  macchia mediterranea insomma,  ma appena la strada comincia a salire l'ambiente cambia e il castagno diventa protagonista.




La prima parte è salita,  talvolta dura ma comunque pedalabile. Arriviamo  a quota 780 m. del Passo del Malpertuso.
Le uscite settimanali in bici da strada sono servite, arrivo in cima abbastanza fresco, meglio........non distrutto e poi adesso inizia il divertimento e la fatica passa subito.
Un lungo, divertente e facile  percorso lungo il crinale che divide le Cinque Terre dalla Val di Vara.



Molto diverso dall'ambiente in cui solitamente pedaliamo ma assolutamente fascinoso.
Si ritorna verso il mare con una bella e veloce discesa e poi nuovamente si sale verso Prato del Monte, questo è uno dei  momenti da bici in spalla.





Ancora sul crinale e ancora in mezzo al bosco di castagni e roveri. Alla nostra destra fra un albero e l'altro appare Vernazza, peccato che la giornata fosse grigia, ci siamo persi bei panorami.

 Arriviamo sopra Riomaggiore e comincia la discesa, tecnica e veloce.



poi una bella sterrata sino al Santuario di Montenero, alla nostra sinistra appare per un momento l'isola del Tino.


sopra Riomaggiore



credit milano24ore

Montenero mi ha stupito, confesso, non c'ero mai stato ed è un posto bellissimo.

Eravamo un pò in ritardo e non ci siamo fermati a lungo, inoltre la giornata grigia non invogliava ma voglio tornarci al più presto.
Naturalmente la foto di rito.







e infine il sentiero che ci porta a Riomaggiore.
Slalom tra i già numerosi visitatori 



e ritorno a Levanto in treno.
Scrivetemi per le tracce gps

mercoledì 19 marzo 2014

"gìu du begun" in mountain bike....naturalmente



Cominciamo con il proporvi una serie di itinerari con diverse caratteristiche e difficoltà.
Una piccola precisazione, la partenza sarà sempre in quota, poichè prevediamo il servizio bike shuttle, ma naturalmente chi ha buone gambe può partire al livello del mare.


Esordiamo con questo percorso facile. L'ambiente è splendido.
Ideale per chi vuole fare una prima esperienza in mountain bike.
Pian Pontasco - Pian del Lago - Gaggi - Ristorante La Rossola.
Distanza totale km. 11,5 aumento di quota m. 294 perdita di quota m. 371 tempo 2 ore e mezzo circa.
Lo definirei un percorso cross country.



L'itinerario parte da Località Pian Pontasco SS 332, 12 km da Levanto quota circa m. 600
I primi km le percorriamo su asfalto, la strada è a bassissima intensità di traffico e possiamo goderci splendidi panorami







Se la giornata è limpida riusciamo a vedere una buona porzione della Riviera ligure di Levante.
Proprio sulla strada c'è una sorgente, sosta obbligata per ogni ciclista, nè approffittiamo per riempiere le borracce.


Dopo circa tre km abbandoniamo la strada statale e ci addentriamo nel bosco.
Subito uno sterrato che dopo pochi metri inizia a salire, questa è una delle salite più dure del percorso, ma niente paura, è piuttosto breve.
Dopo la prima rampa giriamo a destra e ci inoltriamo nella pineta.
Appena il sentiero spiana e ci fà respirare cominciamo ad apprezzare l'ambiente circostante ed un senso di pace improvvisamente ci pervade.




I cinghialisti chiamano questo sentiero "giu du begun" faremo qualche indagine e nel prossimo post proveremo a spiegarvi l'origine del nome.
Il sentiero gira tutto intorno al monte in un silenzio rotto solo dalle nostre voci, torniamo a vedere il mare e Punta Portofino




L'ultima parte del percorso è davvero divertente, si scende in un single trek facile  molto scorrevole e ben preparato dal gruppo di biker locali.
Ritorniamo sulla strada asfaltata che attraversiamo per inoltrarci verso "Gaggi" la prima parte è uno sterrato che poi si stringe sino a diventare sentiero nel mezzo di un bosco di castagni.
Finisce il bosco, riprende lo sterrato ed ecco Bonassola.


Bonassola

Ritorniamo sulla strada asfaltata, la risaliamo per un km circa e riprendiamo il sentiero che abbiamo fatto prima ma in senso contrario.
Questa volta è un pò più duro, sale leggermente.
Dopo qualche centinaia di metri incrociamo il 28-19.
Lo prendiamo a destra, la prima parte è pianeggiante e poi si inizia a scendere.
Bella, scorrevole, ben preparata, importante evitare i salti, le passerelle e tutte le diavolerie messe dagli appassionati locali di down hill, pre rendere il percorso piu adrenalinico, passatemi il termine.


Noi accuratamente evitiamo tutto ciò e scendiamo con tutta calma.
Un paio di chilometri e arriviamo a La Rossola bar, ristorante e albergo proprio sul sentiero.
Qui possiamo rilassarci, prendere un caffè o mangiare qualcosa.
A questo punto il nostro intinerario è finito.
Chi vuole continuare a cimentarsi con la discesa può riprendere il 28-19 che lo riporta a Levanto, facendo però molta attenzione, il percorso diventa molto più tecnico ed impegnativo.
Per tutti gli altri che  sono esausti ed appagati, è possibile tornare a Levanto, Bonassola o Framura in bici prendendo la strada statale.
Per maggiori informazioni: info@misterfunlevanto.com





lunedì 3 febbraio 2014

La Gatta e i "Gattafin"

L'origine del nome "gattafin" non è completamente accertata.
Nella cucina di Genova dal 1500 già esisteva "la gattafura alla genovese", una torta salata di erbe e formaggi, simile alla nostra pasqualina. Il termine, però è più antico, risale al XII secolo.


pronti per essere fritti

I levantesi invece pensano che la parola provenga da "La Gatta"
Dovete sapere che lungo la costa sud di  Levanto, nel tratto che precede Punta Mesco, vi era una cava di pietra arenaria. E' una vecchia cava che ha fornito pietre soprattutto per lastricare le vie del centro di Genova, attiva sino agli anni trenta del secolo scorso.
Si trova appunto in loc. La Gatta.


Pare che il nome derivi da uno scoglio a forma di gatto; ho fatto decine di bagni in quel posto e non sono mai riuscito ad individuarlo.
E' sempre stato uno dei miei posti favoriti, spiaggia piccola, poca gente, acque limpide e scogli per tuffarsi. Oggi è un pò più difficile da raggiungere in barca perchè si trova proprio all'inizio della zona meno accessibile della Area Marina Protetta delle Cinque Terre
Però si può affittare una barca ormeggiare al limite della Riserva e raggiungerla a nuoto.

prima della "Gatta"

Ma sto divagando, torniamo a noi.
La cava era piuttosto distante dal paese, gli operai impiegavano più di un'ora a piedi.
Nella buona stagione, se riuscivano a rimediare una barca, andavano via mare, quaranta minuti di due buoni vogatori.
Durante il tragitto si calavano sempre un paio di lenze, sperando di prendere un dentice o un branzino.

la costa levantese

Durante il periodo invernale si andava invece a piedi.
Erano tempi duri e ci si arrangiava, così sulla via del ritorno si raccoglieva quanto potesse essere utile a casa: legna per il fuoco, pigne, erbette selvatiche ......
Con tali erbette le mogli farcivano questi ravioloni ed una volta fritti  ecco i "gattafin"
ovvero finezza della Gatta.

pietra arenaria

Oggi le bietole hanno preso il posto delle erbette selvatiche e sicuramente il ripieno è più ricco di quanto non fosse in origine
Facile mangiare i gattafin a Levanto, focaccerie, alimentari, gastronomie li propongono quotidianamente, sono presenti nel menu di molti ristoranti e qualche bar offre mini gattafin all'aperitivo.
Fonti : Giuliano Rampani "Racconti di mare"
Umberto Curti Ligucibario

venerdì 17 gennaio 2014

Alta Via Stage Race

Per un momento dimenticate l'immagine classica della Liguria.
Dimenticate il mare e le spiagge, pensate ad un ambiente montano fatto di boschi, di campi coltivati, di alpeggi, di piccoli villaggi abbarbicati ad un costone.

Alta Via da Ceparana al Passo del Rastrello

secondo me, mi sta guardando male
Questa è l'Alta Via dei Monti Liguri e questo è il percorso che faranno i partecipanti della prossima "Alta Via Stage Race " una corsa evento in mountain bike che si tiene tutti gli anni a giugno.
partenza da Ceparana
loro sono allenati

9 giorni, 8 tappe, sviluppo 500 km, dislivello m. 17.000 dal 13 al 21 giugno.
Strade sterrate, single trek mozzafiato, discese scorrevoli e divertenti,  tratti ripidi in salita da portare la bici in spalla; questo è questo il programma che aspetta i partecipanti della prossima edizione.
Si può correre in coppia o da soli, massimo 100 squadre.

a volte tocca spingere

Passo della Capelletta

Definirla competizione sportiva è riduttivo, si tratta di un’avventura, un’esperienza...lo slogan è "for braves only" non so se bisogna essere particolarmente coraggiosi, sicuramente bisogna essere allenati e un pò avventurosi.
Insomma non è la gara della domenica.
sul Monte Gottero in ricognizione per la corsa, il 23 di aprile di un paio di anni fa



ristoro al Passo del Rastrello

Il percorso  corre lungo la dorsale appeninica ligure  ai confini con la Toscana, poi la Lombardia e infine il Piemonte attraversando le antiche vie del sale in un territorio ricco di storia e cultura.
Si parte da levante e si và verso ponente, dalla provincia di La Spezia a Imperia.
Ceparana, Passo delle Cento Croci, Monte Gottero, Lago delle Lame, Parco del Beigua, Bardineto, Col di Nava, Pigna, Monte Saccarello, Dolceacqua, Airole, sono solo alcune delle località attraversate dalla corsa.

Un plauso a "LiguriaAvventura e Ospitalità Alta Via , le due associazioni che organizzano l'evento e che stanno lavorando molto per promuovere l'entroterra ligure.

Per maggiori informazioni www.altaviastagerace.com